CBD: È legale? Cosa dice la legge?

Tutti gli aspetti legali che riguardano la canapa e il CBD in Italia

Scopriamo insieme cosa dice la legge riguardo la canapa in Italia

 

La cannabis presenta più di 120 cannabinoidi, ovvero molecole che interagiscono con i recettori nervosi del nostro organismo. Tra i più popolari, abbiamo il THC e il CBD, ovvero il cannabidiolo. Se sei nuovo del mondo cannabis, ti starai chiedendo se il CBD è una sostanza legale. Cosa dice la legge in merito?

 

Continua a leggere per sapere se è legale nel suolo italiano.

 

1 – Il CBD è legale per via della sua composizione chimica

Essendo il CBD un composto non psicotropo, cioè che non provoca  alterazioni dello stato di coscienza, si può considerare una sostanza legale della cannabis. Ciò avviene poiché la molecola lega leggermente con i recettori del sistema endocannabinoide.  È necessario fare un distinguo terminologico tra sostanza psicoattiva e psicotropa.

 

Per sostanza psicoattiva si intende qualsiasi sostanza che abbia effetti sulla mente. Invece una psicotropa prevede un’alterazione della mente, dello stato di coscienza. Una bella differenza. Il CBD può essere considerato psicoattivo nel senso che va a stimolare uno stato rilassato, nella medesima maniera con cui il cioccolato fondente può scatenare un rilascio di serotonina. Il parallelo tra il cioccolato fondente come sostanza che agisce sul sistema nervoso e il CBD non è casuale. Tanto il cacao quanto il CBD condividono una caratteristica comune: la capacità di stimolare i recettori della serotonina (5-HT).

 

Se ti sei mai chiesto perché consumare cioccolato ti fa provare una sensazione di benessere, la risposta risiede nella serotonina, un neurotrasmettitore che facilita la trasmissione di segnali in diverse regioni cerebrali. Si ritiene che la serotonina contribuisca alla regolazione dell'umore, poiché bassi livelli di serotonina sono correlati a diverse condizioni psicologiche negative. Allo stesso modo, le evidenze precliniche indicano che il CBD potrebbe avere un effetto simile.

 

Operando su un percorso analogo al cioccolato, il CBD è considerato responsabile di influenzare i recettori della serotonina e di contribuire a regolare la tensione, il disagio e il malumore. Ovviamente, qualsiasi meccanismo coinvolgente complessi sistemi neurochimici è soggetto a numerose variabili da esplorare. Attualmente, i ricercatori si impegnano nello studio dell'interazione completa tra il CBD e i recettori 5-HT, con numerosi studi in corso.

 

Dato che, al contrario di tante droghe, il CBD non altera lo stato di coscienza né tanto meno crea dipendenza, si può considerare una sostanza legale. La cannabis ricca di CBD e povera di THC prende il nome di cannabis light. Bongae infatti vende solo ed esclusivamente cannabis light, proveniente dalle piantagioni mediterranee. La nostra è canapa siciliana 100% biologica, nel rispetto dell’ambiente e dell’individuo.

 

 

2 – Cosa dice la legge italiana sul CBD?

La legge numero 242 del 2 dicembre 2016, in linea con la normativa europea del 2013, è volta a sostenere e promuovere la coltivazione e la filiera della canapa industriale. Essa prevede restrizioni per la coltivazione della canapa industriale e offre incentivi per la trasformazione della canapa destinata alla produzione di fibre. Tali restrizioni includono la necessità che le varietà di canapa autorizzate per la coltivazione abbiano tassi di THC molto bassi, inferiori allo 0,6%. Inoltre, la legge richiede che gli Stati membri controllino almeno il 30% delle superfici di canapa coltivata a scopo industriale e che le varietà con una concentrazione di THC superiore allo 0,2% siano escluse dalle liste di quelle idonee alla coltivazione.

 

La medesima legge fornisce una lista di possibili utilizzi dei prodotti derivati dalla coltivazione della canapa, tra cui alimenti, cosmetici, semilavorati, biomassa per scopi energetici, materiale per il sovescio o per lavori di bio-ingegneria, coltivazioni didattiche e di ricerca, e florovivaismo. L’industria tessile potrebbe giovare dalla canapa, poiché è un materiale sostenibile e resistente.

 

Bisogna dire che la legge 242 è nebulosa: non menziona né affronta gli usi possibili di tali derivati, neanche delle infiorescenze, ovvero le parti che possono essere fumate. La legge si premura di specificare un bassissimo tasso di THC per le infiorescenze, senza tuttavia menzionare il CBD.

 

Il cannabidiolo, diversamente dal THC, è una sostanza presente nella pianta di canapa che non ha effetti psicotropi (come prima menzionato), ma che invece possiede molteplici proprietà benefiche. Il CBD si è dimostrato utile nel trattamento dell'insonnia, dei disturbi del sonno, dell'ansia, della depressione, dei dolori cronici e alla schiena, nonché dei disturbi della sfera sessuale. Può persino essere somministrato ai nostri amici a quattro zampe per alleviare irritazioni cutanee, dolori articolari e aggressività. Si tratta di una sostanza dalle innumerevoli risorse, che può essere utilizzata sulla pelle, inalata attraverso il fumo o assunta per via orale.

 

Tra l’altro ti possiamo confermare che il CBD è legale non solo in Italia, ma in buona parte dell’Unione Europea.

 

Una curiosità che potreste avere è la seguente: il consumo di CBD può causare il ritiro della patente? Approfondite.

 

 

3 – Differenze tra CBD  e THC: perché la legge li tratta diversamente

Le ragioni sono ovvie. Il THC è una sostanza che altera lo stato di coscienza del soggetto, un motivo valido per definirlo una sostanza psicotropa. Tra le reazioni avverse ci sono problemi di memoria, deficit dell’attenzione, nausea, alterazione dell’umore e via dicendo.  Creando dipendenza, tra l’altro, si rischia che il soggetto abusi della marijuana psicotropa, arrivando a conseguenze ancora più gravi.

 

Tutti i prodotti a base di cannabis con un tasso di THC superiore allo 0,2-0,6% sono da considerare psicotropi. Esistono parecchie differenze tra queste due molecole, per saperne di più ti invitiamo alla seguente lettura.

 

Approfondisci: CBD vs THC – Cosa sono e da Cosa differiscono?

 

Il CBD gode di una posizione legale riconosciuta non solo in Italia, ma anche nell'intera Unione europea. La legge, rappresentata dalla normativa numero 242 del 2 dicembre 2016 sulla canapa industriale, fornisce un quadro normativo per la coltivazione, la trasformazione e la commercializzazione della canapa, includendo anche disposizioni specifiche per il controllo del contenuto di THC.

 

Mentre il THC è soggetto a restrizioni e limiti di concentrazione, il CBD si distingue per la sua natura non psicotropa e per le sue molteplici proprietà benefiche. Pur essendo ancora oggetto di ulteriori ricerche, il CBD si è dimostrato promettente nel trattamento di vari disturbi, dall'insonnia all'ansia, dai dolori cronici alla depressione.

 

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